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Scacco matto nella partita “Taricco”: per la Corte Costituzionale vince il principio di legalità

sentenza Taricco

Il 10 aprile aprile la Corte Costituzionale si è pronunciata ancora una volta sulla nota vicenda “Taricco”. Ci siamo concessi la licenza di definirla partita, poichè è stata davvero una sfida all’ultimo sangue. A fronteggiarsi c’erano da un lato la cosiddetta “regola Taricco” sancita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, dall’altro niente meno che il nostro principio di legalità, previsto dall’art. 25, comma 2, della Costituzione.

La partita Taricco

La Corte di Giustizia aveva ritenuto nella sentenza dell’8 settembre 2015, causa C-105/2014, che il giudice italiano avesse l’obbligo di disapplicare le nazionali regole sulla prescrizione – segnatamente l’art. 160 e 161 del codice penale- quando l’applicazione delle stesse comportasse l’impunità delle grandi frodi in materia di IVA. Ciò aveva destato grande sgomento, poichè la disapplicazione riguardava non una norma qualsiasi, ma una norma di matrice penalistica e sacrosanta come quella della prescrizione. L’Unione Europea, da sempre largamente sottovalutata, iniziava a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio in una materia che come è noto definisce il maggiore instrumentum regni, il diritto penale. Che cosa sarebbe accaduto ai procedimenti in corso? Sarebbe stata applicabile la regola Taricco, con buona pace del divieto di retroattività? Da qui è iniziata la nota querelle: le basi del sistema erano in pericolo.

Da ultimo la Corte Costituzionale era stata investita della questione di legittimità costituzionale da parte della Corte di Cassazione e della Corte d’Appello di Milano, che lamentavano l’incostituzionalità dell’art. 2 l. 130/2008 che ordina l’esecuzione nell’ordinamento italiano del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE) per contrasto con gli artt. 3, 11, 24, 25, comma 2, 27, comma 3, e 101, comma 2, della Costituzione.

La decisione della Corte Costituzionale

La Corte ha tenuto conto dell’ultima pronuncia della Corte di Giustizia in proposito, soprannominata “Taricco-bis”, emessa il 5 dicembre 2017 dalla Grande Sezione. Nel conciso comunicato stampa del 10 aprile 2018, ha dichiarato infondate le questioni di legittimità avanzate, poichè ha ribadito che la “regola Taricco” non si applica ai fatti avvenuti prima dell’8 settembre 2015, nè ai procedimenti in corso,

“né quando il giudice nazionale ravvisi un contrasto con il principio di legalità in materia penale.”

In sostanza, vince il principio di legalità, baluardo del nostro sistema penale e dello Stato di diritto. E soprattutto tutto scorre e tutto si prescrive. E siccome solo i vincitori passano alla storia, stavolta a cadere nell’oblio sarà anche la Taricco.

Avv. Serena Miceli

Avv. Michele Bonsegna