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MORTE DEL DIPENDENTE SUL CANTIERE DELLA SANOFI AVENTIS: ASSOLTA LA SOCIETA’ COF&CO SRL E I SUOI APICALI

operaio luogo di lavoro

Il Tribunale di Brindisi ha stabilito l’assoluta estraneità dai fatti contestati dei signori Spinelli Daniela, Polito Cosimo Giovanni e Saponaro Pietro e della società COF&CO per la morte sul posto di lavoro del Sig. Manfreda Cosimo, avvenuta il 10.6.2010 nel cantiere della Sanofi Aventis S.p.A.
La storia racconta che nel 2010 Sanofi Aventis S.p.A.. ebbe la necessità di realizzare un “raccordo a T” su una tubazione di nirlene per lo scarico del serbatoio TK7001, contenente brodi esausti strippati (BES) e situato nello stabilimento di Brindisi.
Detti lavori furono affidati il giorno 07.06.2010 alla COF & C. S.r.l., società che svolge presso terzi le attività di costruzione e manutenzione di impianti industriali, chimici, farmaceutici, nucleari e navali.
La COF & C. S.r.l., ottenuta l’autorizzazione per l’esecuzione dei lavori con permessi
di lavoro generici e specifici e realizzato in officina il raccordo a T, inviò, il 10.06.2010, i propri lavoratori sui luoghi per eseguire le lavorazioni previste.
E veniamo ai fatti per cui è processo.
Alle ore 11.30 del 10.06.2010, gli operai Manfreda Cosimo e Saponaro Mario smontarono la valvola di intercettazione posta tra la tubazione di mandata dei BES e quella del tetto del serbatoio TK7001. Per l’espletamento del complesso intervento – che richiedeva il taglio della tubazione – furono coadivuati dagli operai
Guidotti Giancarlo, Colella Antonio e Branca Gianfranco. Quest’ultimo, formato ed informato sul contenuto del Documenti di valutazione del rischio della società ospitante – che non tipizzava la zona “ATEX – a rischio esplosione” – e ulteriormente rassicurato dagli addetti del reparto chimico Sanofi che la tubazione fosse priva di sostanze chimiche esplodenti, procedette al taglio della stessa con una smerigliatrice.

Ciononostante, la tubazione de qua conteneva al proprio interno, inaspettatamente, un composto esplosivo che, a contatto con le scintille provocate dalla smerigliatrice, causò una deflagrazione. Questa ha comportato la proiezione a distanza del tetto saldato del serbatoio e degli operai presenti sulla passarella, che hanno subito tutti lesioni, mentre l’operaio Manfreda Cosimo, caduto sulla sommità del serbatoio TK7003, è deceduto.

Di qui, il processo a carico dei soggetti apicali della società COF&CO. S.r.l. e della Sanofi Aventis S.p.A.: questi ultimi hanno, da subito, optato per il rito alternativo e sono stati condannati ex art. 444 c.p.p..
I legali rappresentanti della COF&CO sono stati rinviati a giudizio per i reati di cui agli artt. 589 e 590, comma 1, 2 e 3 e 583, comma 2, n. 3, c.p., unitamente alla società, rinviata a giudizio per la sua responsabilità amministrativa dipendente da reato, consistita nel non aver adeguato la propria organizzazione interna alle regole previste dal D. Lgs. 231/2001 e dal T.U. 81/2008 ed aver concorso, di conseguenza, a cagionare l’evento morte.
Ebbene, a margine dell’udienza dello scorso 25.10.2018, la Dottoressa Adriana Almiento, Giudice Monocratico presso il Tribunale di Brindisi, ha assolto tutti gli imputati dalle accuse loro ascritte, ai sensi dell’art. 530 c.p.p..
Il Pubblico Ministero aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati e della società.
È stata, però, accolta in pieno la tesi difensiva dell’Avv. Giancarlo Camassa e dell’Avv. Eligio Curci (che assistevano le persone fisiche) e dell’Avv. Michele Bonsegna, che assisteva la società COF&CO. S.r.l..

Tratto da: /https://bari.repubblica.it/cronaca/2018/10/26/news/sanofi_avenis-210063298/

Sul punto anche: http://www.brindisioggi.it/operaio-morto-alla-sanofi-4-assoluzioni/

Dispositivo sentenza