X

Appalti, rifiuti e corruzione: la prescrizione chiude il processo per sei imputati

Se ci furono corruzione, abuso di ufficio e falso nella gestione degli appalti dell’Ato Le3 fra gli anni 2003 e 2008, non è stato possibile chiarirlo nel processo. Tutti i reati si sono, infatti, prescritti. E per questo i giudici della prima sezione penale (presidente Francesca Mariano), hanno prosciolto gli imputati.
Il processo ha riguardato  Francesco Causo , 43 anni, di Racale, componente del nucleo tecnico operativo, responsabile tecnico dell’Ato Le3 ma anche socio dello studio professionale “Dat Ingegneria”; Maria Domenica Rizzello, 53 anni, di Taurisano, amministratore della “Armando Nuccio”; Antonella Bianco, 56 anni, di Nardò, amministratore della “Bianco igiene ambientale”; Martino Lacatena, 52 anni, di Melissano, amministratore della “Gial Plast”; Lara Lopez, 45 anni, di Racale, parente e socio di studio professionale di Causo ; e Giovanni Polimeno, 65 anni, di Porto Cesareo, amministratore unico della Ecotecnica.

AULA TRIBUNALE LECCEI troppi anni trascorsi fra i fatti contestati e la sentenza del processo di primo grado, non hanno reso possibile vagliare l’impianto accusatorio dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta con la Guardia di finanza e basato sostanzialmente su un principio: Causo si sarebbe assicurato compensi pari a quasi 96mila euro dal’Ato, facendoli fatturare alle sue società, per le progettazioni tecniche ed amministrative. Quei costi li avrebbe dovuti sopportare invece l’associazione temporanea di imprese (Ati) formata da Gialplst, Ecotecnica, Bianco Igiene ambientale ed Armando Muccio, è stato il teorema dell’accusa monco della prova in aula.Nel dettaglio, l’impianto accusatorio sosteneva che Causo avrebbe intascato 64mila euro per l’appalto da 12milioni e 454mila euro dell’Unione dei Comuni di Terra di Leuca; 11.500 euro per l’appalto da quattro milioni e 741mila euro del Comune di Taviano; 16mila 624 euro per l’appalto da quattro milioni e 164mila euro del Comune di Racale.Con questi compensi si sarebbe consumato il reato di corruzione, hanno detto le indagini anche se Causo ha sempre sostenuto di aver agito regolarmente e nella massima trasparenza. L’abuso di ufficio si sarebbe invece configurato nel doppio ruolo ricoperto da Causo: pubblico ufficiale e privato. Infine il processo si è occupato anche dell’accusa di falso sulla la mancata indicazione di aree adibite a centro raccolta di rifiuti , nell’appalto dell’Unione dei Comuni di Terra di Leuca. A difendere gli imputati gli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna,  Massimo Fasano e Viola Messa. Il Comune di Racale e l’Ato si  erano costituiti parte civile con gli avvocati Francesco Fasano e Biagio Palamà.

Articolo tratto da Il Nuovo Quotidiano di Puglia

http://www.quotidianodipuglia.it/lecce/ato_compensi_corruzione_prescrizione-1656821.html